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Smart working nella trattativa per il contratto di intercomparto
Come può essere portato avanti in modo sensato e produttivo lo smart working nella pubblica amministrazione anche una volta che sarà conclusa l’emergenza epidemiologica da Covid 19? Che differenza passa tra smart working e telelavoro? Quali aspetti dello smart working possono essere regolati da un contratto collettivo? Questi alcuni dei temi dibattuti oggi in videoconferenza nel corso della trattativa riguardante il contratto di intercomparto del pubblico impiego sospesa giocoforza durante il lockdown. “E’ nostro obiettivo fare tesoro delle esperienze degli ultimi mesi e dei vantaggi dello smart working anche finita l’emergenza”, ha dichiarato il direttore della ripartizione personale Albrecht Matzeller, che ha guidato la delegazione pubblica nel corso dell’incontro “virtuale” con le rappresentanze sindacali della funzione pubblica. Matzneller ha fatto riferimento alle basi giuridiche che prevedono il cosiddetto “lavoro agile” senza però arrivare a definirlo in dettaglio. “L’ordinamento del personale provinciale (Legge provinciale N.6/2015) prevede il lavoro flessibile nell’ambito della conciliabilità tra lavoro e famiglia”, ha spiegato Matzneller, ricordando che già il contratto collettivo del 2008 predeva già l’obbligo di proporre modelli di lavoro flessibile.
Il direttore del personale ha riferito anche di un'indagine approfondita con cui l'amministrazione provinciale, attraverso l’ufficio organizzazione, sta raccogliendo informazioni su vantaggi e svantaggi dello smart working. Inoltre, l’ufficio ordinamento del personale sta attualmente lavorando ad un regolamento che possa fungere da base di discussione per il lavoro “agile” del futuro. I sindacati hanno chiesto che vengano definite chiaramente le condizioni quadro.
Altro tema discusso oggi sono le nuove linee guida per lo svolgimento delle trattative che l’esecutivo aveva dato a maggio alla delegazione pubblica sulla questione delle indennità di funzione per i dirigenti.
Le trattative per il rinnovo del contratto di intercomparto riguardano 33.500 lavoratori del settore pubblico (dipendenti della Provincia, del settore sanità, delle comunità comprensoriali, dei Comuni, delle case di riposo e dell’Ipes). Nel dicembre dell’anno scorso, come noto, era stato firmato il cosiddetto accordo stralcio.