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Sicurezza idraulica del fiume Adige, lavori da Merano a Salorno
Gli ultimi due eventi di piena lungo il fiume Adige (30/31 agosto e 5 ottobre) hanno messo a dura prova gli argini in Bassa Atesina e a monte della città di Bolzano, riferisce il direttore dell'Ufficio provinciale Sistemazione bacini montani Sud Fabio De Polo. In entrambi gli eventi è stato lanciato l'allarme al fine di prevenire le conseguenze di una rottura arginale. Mentre per l'evento di fine agosto 2020 il problema ha riguardato principalmente la possibile ostruzione del ponte di Egna, per gli argini a monte di Bolzano il 5 ottobre 2020 si è giunti quasi alla tracimazione degli stessi in destra orografica in prossimità della superstrada Merano-Bolzano.
Attualmente a Egna è in completo rifacimento il ponte. Il nuovo ponte verrà realizzato senza pile in alveo garantendo un sostanziale miglioramento nei confronti di una possibile ostruzione della sezione di deflusso, eliminando pertanto questo pericolo.
A monte di Bolzano, le prime analisi condotte dall'area funzionale bacini montani della Agenzia per la protezione civile di Bolzano hanno invece messo in luce la problematica della vegetazione presente in alveo che, oltre a causare una riduzione nella capacità di deflusso, è causa di un aumento della deposizione di materiale fine in alveo. Se da un lato la vegetazione contribuisce ad un miglioramento ecologico dello stato del fiume e delle sue sponde, dall'altro se non opportunamente controllata è fonte di pericolo per la sicurezza idraulica.
"Sulla presenza della vegetazione in alveo, a partire dall'anno 2000, anno di passaggio delle competenze dallo Stato alla Provincia di Bolzano del fiume Adige, l'area funzionale bacini montani si è adoperata al fine di garantire principalmente la sicurezza idraulica e contemporaneamente cercare di migliorare l’aspetto ambientale" sottolinea il direttore dell'Agenzia per la Protezione Civile Rudolf Pollinger. Attualmente la cura della vegetazione è eseguita regolarmente secondo un preciso piano di gestione della vegetazione con lo scopo di "avvantaggiare" specie arboree tipiche dell'ambiente fluviale (salici, ontani, betulle, ecc.) nei limiti imposti dalla sicurezza idraulica diradando gli alberi a maggiore dimensione. Dove la sezione di deflusso e le verifiche idrauliche lo permettono è possibile l’esistenza di piante di maggiori dimensioni (in alcuni punti vengono ad esempio lasciati dei salici).
Nonostante la cura costante della vegetazione, i recenti eventi di piena hanno dimostrato come la capacità di deflusso del fiume in alcuni tratti del suo percorso debba essere migliorata, sottolinea De Polo. Per tale motivo a partire da novembre 2020 lungo gli argini del fiume Adige avranno inizio interventi di messa in sicurezza che comprendono tagli selettivi della vegetazione e contemporanea asportazione dall'alveo del materiale depositatosi in eccesso. Tali lavori rientrano nel programma previsto per la cura della vegetazione. L'azione preventiva di messa in sicurezza idraulica, verrà intensificata in quei tratti di fiume dove a seguito dei recenti eventi di piena si sono riscontrate le maggiori problematiche.