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Comuni con esigenze abitative
I Comuni con esigenze abitative in futuro, ai sensi della legge provinciale n. 3/2014 che istituisce l’Imposta Municipale Immobiliare (IMI), verranno tassati con un'aliquota più alta. L’elenco approvato dal Giunta provinciale oggi (27 settembre) comprende 21 Comuni altoatesini. Di questo elenco fanno parte Bolzano, le città di Merano, Bressanone, Laives e Vipiteno, i tre Comuni della Val Gardena, Selva, Ortisei e Santa Cristina, i Comuni di Badia e Corvara, nonché Marebbe,Terlano, Appiano, Ora e Caldaro. Gli altri Comuni sono Scena, Lana, Marlengo e Tirolo, Sesto in Val Pusteria e Varna (esclusa la frazione di Scaleres) in Valle Isarco. Secondo la legge provinciale, l’elenco deve essere approvato entro il 30 giugno di ogni anno. Gli effetti della classificazione decorrono dal 1° gennaio dell’anno successivo.
"Per ovviare alla carenza di alloggi, con le recenti modifiche alla legge sull'IMI abbiamo previsto una tassazione dell'aliquota più alta per gli immobili che rimangono sfitti a lungo termine, i terreni edificabili permanentemente inutilizzati e i cantieri perenni così da favorire la disponibilità di alloggi per la popolazione residente" dichiara il presidente della Provincia, Arno Kompatscher, facendo presente che coloro che lasciano i loro immobili inutilizzati, daranno un contributo indiretto di solidarietà alla collettività attraverso una maggiore contribuzione in termini di tasse.
21 Comuni con esigenze abitative
La Giunta provinciale nello stilare l'elenco dei Comuni con esigenze abitative, si è basata sui dati forniti dall'Osservatorio del Mercato Immobiliare che individua come valore idoneo il valore minimo di locazione in euro per metro quadro. Secondo la stessa Banca dati i Comuni con esigenze abitative sono quelli i cui prezzi minimi di locazione superano di almeno il 20% il prezzo medio d’affitto a livello nazionale.
Aumento della tassa sull'aliquota nel 2023
I Comuni con esigenze abitative, ossia quelli con maggiore carenza di alloggi, avranno una maggiore tassazione degli appartamenti sfitti. In questi Comuni si deve applicare un'aliquota maggiorata del 2,5%, fino a un massimo del 3,5% a discrezione dei Comuni. Lo stesso aumento dell'aliquota del 2,5%, con la possibilità di un aumento da parte del Comune al 3,5%, vale anche per i terreni edificabili. È previsto un periodo transitorio di 36 mesi dall’approvazione di eventuali strumenti urbanistici necessari o dalla prima applicazione a partire dal 1° gennaio 2026, ad eccezione dei terreni edificabili con valore di mercato fino a 100.000 euro, che possono essere aumentati dal Comune fino a 700.000 euro.
Nei Comuni con esigenze abitative l’aliquota ordinaria sulle abitazioni affittate, che attualmente è dello 0,76% nella maggior parte dei Comuni, sarà ridotta dello 0,1%. I singoli Comuni possono ridurre ulteriormente tale aliquota. Inoltre, è previsto che gli stessi Comuni che percepiscono redditi da canoni di locazione beneficino della riduzione dell’imposta sul reddito come previsto dal Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica (CIPE).
A partire dal 2023 nei Comuni non soggetti a esigenza abitativa l’aliquota per abitazioni affittate deve comunque ridotta di almeno lo 0,2% rispetto all’aliquota ordinaria.
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