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Alloggi per il personale sanitario dell'Alto Adige

Circa 150 miniappartamenti dell'Ipes sono a disposizione dell'’Azienda sanitaria dell’Alto Adige. "Creiamo alloggi per il personale medico di cui c'è urgente bisogno" afferma l'assessora Deeg.

Oggi (29 agosto) la Giunta provinciale, su proposta dell'assessore al sociale Waltraud Deeg, ha approvato i criteri per l’assegnazione dei miniappartamenti per la sistemazione abitativa del personale sanitario in Alto Adige. Già da diversi anni i dipendenti del servizio sanitario altoatesino usufruiscono delle case-albergo dell'IPES per un determinato periodo di tempo. L'obiettivo è quello di garantire al personale dell'ospedale, che ne ha urgente bisogno, un alloggio per un tempo determinato. La decisione odierna dell'Esecutivo adegua le modalità di gestione dei miniappartamenti  alla nuova legge provinciale sull'edilizia residenziale pubblica e sociale. L'assessora provinciale alle politiche sociali, Waltraud Deeg, ha riferito che questa nuova legge provinciale permetterà di "creare le condizioni migliori per poter offrire alloggi al personale sanitario che ne ha urgente bisogno, affinché possa venire a lavorare nella nostra Provincia. Sono molto soddisfatta dell'ottima collaborazione che si è creata tra Azienda sanitaria e la Provincia", conclude l'assessora Deeg. 

Concretamente si tratta di 150 mini appartamenti dislocati nel Comune di Bolzano, di proprietà dell'Istituto per l'edilizia sociale (Ipes), i quali sono messi a disposizione, già da diversi anni, per il personale sanitario dell'Azienda Sanitaria dell'Alto Adige. Viene mantenuto il regime in base al quale cinque di questi alloggi sono destinati ai familiari dei pazienti. Ciò vale, ad esempio, per i genitori i cui figli sono ricoverati presso l'ospedale di Bolzano e per i quali è importante una visita regolare. 

Con la nuova regolamentazione è stato eliminato l'elenco dettagliato dei profili professionali e la durata massima del soggiorno è stata fissata a otto anni. L'assegnazione degli appartamenti avviene tenendo conto della situazione reddituale (il limite di reddito è di 100.000 euro). Ulteriori dettagli sono regolati da una convenzione tra l'Ipes e l'Azienda sanitaria. Le nuove norme si applicano già dal 1° settembre.


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