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Candidatura leggende ladine a patrimonio dell’Unesco: ultimi passi
Oggi (24 maggio) si è tenuto nel Museo Ladino di San Martino in Badia un incontro tra l’assessore provinciale alla Formazione e cultura ladina, Daniel Alfreider, e il professor Pier Luigi Petrillo, titolare della cattedra Unesco all’università Unitelma di Roma, al quale l’assessorato ladino ha affidato l’incarico di seguire il processo di documentazione e di scrittura del dossier, in vista della candidatura dei miti e delle leggende ladine a patrimonio culturale immateriale dell’Unesco.
Nel corso dell’incontro, cui hanno partecipato anche alcuni suoi collaboratori in loco, il professor Petrillo ha dichiarato che la cosa più significativa, dal suo punto di vista, è che - in seguito a interviste, filmati e colloqui con la popolazione - sono emersi importanti segnali di presa di coscienza dell’importanza che i miti e le leggende rivestono effettivamente. Praticamente tutti gli intervistati hanno confermato che i racconti e leggende sentiti, appresi ed ereditati dai nonni e dai genitori costituiscono una parte autentica e profonda della propria sensibilità e del proprio sentirsi ladini. Essi agiscono indiscutibilmente, forse anche in maniera inconsapevole, sulla scala dei valori e del rapporto con il territorio. La consapevolezza ha bisogno di essere portata alla luce, e l’iniziativa della futura e auspicabile candidatura Unesco è stata avanzato proprio per questo.
L’assessore Alfreider si è detto lusingato di queste parole e ha espresso un vivo apprezzamento per l’operato fin qui fatto. Un momento particolarmente importante che è venuto a darsi nel corso della conferenza stampa è stata la sottoscrizione, da parte dell’assessore, del decreto per l’istituzione dell’Inventario del Patrimonio Culturale Immateriale delle comunità ladine della Provincia di Bolzano. Un inventario che mancava in provincia, finora, ma che risulta necessario al fine di procedere con la candidatura. In esso confluiranno tutte le espressioni culturali immateriali: le conoscenze tecnico-pratiche, l’artigianato, le credenze popolari, i rituali religiosi, le arti dello spettacolo, le prassi relative a natura e universo. Insomma, il cammino da poco intrapreso sta già dando frutti importanti.
La cronistoria
Nel 2022 i rappresentanti dell’Unione dei Ladins della Val Badia hanno proposto di vedere riconosciute e valorizzate le leggende che da secoli sono attestate nell’area dolomitica e che contraddistinguono la cultura, il carattere, la visione del mondo e molti tratti del vivere quotidiano dei ladini. L’associazione culturale della Val Badia si è rivolta ai due assessori ladini allora in carica, Manfred Vallazza, per la Regione, e Daniel Alfreider per la Provincia. E le istituzioni hanno cercato un interlocutore esperto e competente in materia, individuato nella persona del professor Petrillo, uno dei massimi esperti di candidature Unesco a livello internazionale. Il quale si è dichiarato disponibile e ha accettato di coordinare il progetto di ricerca necessario per appurare se ci fossero o meno i criteri necessari e sufficienti per procedere con la candidatura. Nella primavera del 2023, Regione e Provincia autonoma di Bolzano hanno approvato il progetto di ricerca, e nell’autunno dello stesso anno il progetto è partito. A nove mesi dall’inizio delle operazioni, Pier Luigi Petrillo ha prima voluto incontrare un gruppo di cosiddetti “detentori e praticanti” dell’elemento culturale in questione, vale a dire persone che con le loro conoscenze, la loro attività e il loro interesse sono in grado di testimoniare che le leggende ladine sono un elemento vivo e attivo a livello di cultura e di identità della popolazione ladina. E nella mattinata odierna, il professor Petrillo ha incontrato l’assessore Alfreider per riferirgli lo stato di avanzamento del progetto e per comunicare agli organi di stampa i risultati fin qui ottenuti.
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