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Durnwalder: con Andreotti scompare uno dei costruttori dell'autonomia
"Era un libro di storia: orgoglioso di questa autonomia, di aver contribuito a costruirla e di come funziona": nel suo ricordo dell'ex Presidente del Consiglio, Ministro e senatore a vita scomparso oggi (6 maggio) a Roma, il presidente Durnwalder sottolinea il filo rosso del lungo impegno politico di Giulio Andreotti nella questione altoatesina. "Ha sempre guardato al futuro, consapevole che nella nuova Europa le diversità sono una ricchezza. E sapeva che le zone di confine sono diverse dal resto del Paese. Due passaggi importanti per raggiungere risultati positivi." Se l'Alto Adige oggi è politicamente stabilizzato, "va reso merito ad alcune personalità con una visione politica di grande respiro, tra loro Giulio Andreotti, che negli anni hanno saputo spegnere con la ragione, la lucidità e il rispetto della dignità umana gli incendi appiccati da altri", sottolinea Durnwalder. Nel 2008 all'allora senatore a vita Giulio Andreotti la Giunta provinciale aveva conferito il Grande ordine al merito, la massima onorificenza provinciale, per il suo ruolo fondamentale nello sviluppo dell'autonomia altoatesina, in maniera particolare per quanto riguarda il "Pacchetto".
Nella sua carriera politica ai massimi livelli Andreotti ha infatti contribuito in maniera decisiva, prosegue Durnwalder, "a fare in modo che il cammino dell'Alto Adige non finisse in una strada senza uscita. Con altri politici lungimiranti a Roma e Vienna ha creato le premesse per consentire a questa terra e alla sua popolazione di uscire da una situazione frustrante, di timore e spesso percepita come priva di prospettive. Ci siamo così incamminati verso un futuro positivo e promettente." Il secondo Statuto di autonomia e numerose norme di attuazione portano la firma del presidente Andreotti. "Vanno ricordate in particolare - spiega Durnwalder - alcune norme che hanno garantito alla minoranza di poter conservare e sviluppare le proprie tradizioni e di realizzarsi nella propria madrelingua tedesca o ladina. Giulio Andreotti ha sempre mostrato grande rispetto dei gruppi linguistici e delle minoranze. Egli è parte della storia della nostra autonomia", conclude Durnwalder.